Wednesday, January 9, 2013

Niki de Saint Phalle - Katharina Grosse. Chi ha sparato per prima?


Niki de Saint Phalle in un'illustrazione della "Domenica del Corriere"

BANG! Chi ha sparato per prima? Niki o Katharina?
Non certo l'artista Katharina Grosse alla Galleria Civica di Modena. 

Nel testo in catalogo della mostra (a quanto si dice costata carissima) curata da Farronato/Vettese, l’opera della Grosse viene definita nientepopodimenoché come “una delle poche al mondo che abbia saputo rinnovare il linguaggio della pittura partendo dalla tradizione e senza arrivare a un suo completo annullamento".
"Sgocciolare diventa sparare pittura con un compressore. Mescolare i colori si trasforma nel metterli uno sopra l’altro in un atto sia infantile che titanico".

Omette di citare le performance di Niki de Saint Phalle.
Della Niki che spara colori con la carabina esiste persino un articolo illustrato della Domenica del Corriere (tavola di Molino?).
Vettese, come sempre, le spara "Grosse". 
Peccato che l'opera della "rinnovatrice della pittura" Grosse altro non sia che un facilissimo decorativismo da museo, assolutamente derivativo se posto in confronto con le raffinate provocazioni intellettuali della francese.
La Grosse ricicla intuizioni di altri adattandole a scenografia museale, il debito artistico è riconfermato dalle barocche sfere arcobaleno esposte a Modena, gemelle delle rotondità femminili gonfie e multicolori della de Saint Phalle.
Senza dubbio l'artista tedesca appartiene a quel piccolo esercito di professionisti creativi specializzati nell'adattare alle esigenze monumentali del sistema museale odierno alcune sperimentazioni novecentesche, riproponendole in chiave midcult: chiamarli "artisti" mi sembra quantomeno azzardato, preferirei definirli "museisti", considerando inoltre che tale meccanismo finisce per riversare sul mercato opere estremamente diluite dal punto di vista ideativo, progettate fin dall'inizio per la funzione di set design a scala macro da spazio museale.